Esempi di “buone prassi” nel recupero edilizio e nel progetto ex-novo
Il 25 novembre e 2 dicembre dalle 14.00 alle 18.00 si terrà il corso “Tipologie dell’architettura rurale tra memoria e progetto” in presenza presso la sede dell’Ordine degli Architetti (Via Giolitti, 1) e in webinar. Il corso vuole fornire esempi di “buone prassi” nel recupero edilizio e nel progetto ex-novo nell’architettura rurale.
La cultura dell’abitare fin dai primordi apparteneva ai singoli e alle singole comunità. Molte soluzioni vernacolari anticipano quelle contemporanee. La casa è nata prima dell’architetto e il villaggio prima dell’urbanista. L’uomo si è posto originariamente il problema di costruirsi un riparo in un ambiente con determinate caratteristiche anche estremamente difficili da vivere. La forma, la struttura, la funzionalità si legano indissolubilmente con la sopravvivenza.
Éric Mercer, storico dell’architettura, definisce un edificio costruito secondo i principi dell’architettura vernacolare come “un edificio appartenente ad un insieme di costruzioni nate da uno stesso movimento di costruzione o di ricostruzione”. Secondo Mercer dunque, un insieme di edifici costruiti secondo l’architettura vernacolare è caratteristico non solo dell’epoca durante la quale è stato costruito, ma anche della classe sociale di chi ne ha ordinato la realizzazione.
Il dibattito critico e la ricerca sistematica sulla dimora rurale hanno chiarito che un approccio metodologico rigoroso al progetto di recupero dell’architettura vernacolare deve fondarsi sull’analisi dei rapporti tra forma costruita e funzione mista, in relazione ai condizionamenti imposti dall’ecologia del paesaggio agrario, dalle produzioni agro-silvo-pastorali e dalle tradizioni etnico-culturali, restituendo valore al genius loci.
Barbara Drusi, prof.ssa architetto, docente universitaria Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Università di Torino) e referente scientifica del corso ha affermato: “In ragione dell’osmosi fra insediamenti rurali e paesaggio agrario, l’architettura vernacolare va riletta nel contesto del sistema agrario su cui è incardinata. Il recupero e il riuso delle permanenze che, di quel paesaggio rurale, sono la matrice, presuppongono una riattribuzione di valori che travalica la funzione originaria e postula una ridestinazione rispettosa, con tecnologie e materiali costruttivi congruenti. Tale è l’approccio culturale e metodologico del corso, corredato di esempi virtuosi di recupero edilizio e progettazione ex-novo.”
Per maggiori informazioni e per iscriversi al corso: Tipologie dell’architettura rurale tra memoria e progetto