Equo compenso: inderogabile anche nei contratti pubblici

Il Consiglio nazionale Architetti CNAPPC in una recente circolare agli Ordini italiani afferma che “l’applicazione del principio dell’equo compenso sarebbe inderogabile anche nei contratti pubblici” alla luce delle più recenti disposizioni e sentenze da parte di ANAC, TAR Lazio e TAR Veneto in merito all’equo compenso e alla sua compatibilità con il Codice dei Contratti pubblici: “L’attuale unanime posizione del Giudice Amministrativo ci conforta nella posizione espressa dal CNAPPC sin dall’entrata in vigore delle due disposizioni normative. Infatti, pur comprendendo i dubbi interpretativi iniziali, gli approfondimenti successivamente da noi svolti evidenziavano nell’ambito dei contratti pubblici l’applicazione del principio dell’equo espresso nella Legge n. 49/2023 senza se e senza ma”.

Il Focus Group OAT Lavori Pubblici condivide la posizione del CNAPPC sulla questione equo compenso, che ribadisce le posizioni sempre sostenute e applicate sia alle segnalazioni dei bandi dall’Osservatorio Nazionale ONSAI, sia i quesiti che pervengono allo sportello del Focus.

“In attesa di chiarimenti della Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del MEF e del MIT si ritiene fondamentale che le Stazioni Appaltanti diano seguito all’orientamento del G.A. al fine di scongiurare, nell’interesse pubblico, prassi illegittime e, quindi, ulteriori contenziosi.”

“L’applicazione dell’equo compenso è a garanzia di una prestazione professionale di qualità e, infatti, non bisogna mai dimenticare che la ratio della legge 49/2023 è quella di garantire un “compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale”.

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