Insieme per la professione

Troppe responsabilità e poche garanzie per i professionisti chiamati a eseguire gli interventi oggetto di bonus edilizi, senza che sia riconosciuta loro la professionalità richiesta.

Come annunciato a dicembre (vai alla news), l’Ordine degli Architetti di Torino in sinergia con gli altri Ordini territoriali ha avviato procedure legali nei confronti di Deloitte e Poste Italiane per quelle che sono state definite all’unisono “inaccettabili richieste” imposte ai professionisti in tema Superbonus.

Una situazione che penalizza l’intero sistema: professionisti, sistema bancario, committenza, fino al singolo cittadino, causata dalle richieste aggiuntive introdotte da Deloitte e Poste Italiane sulle opere oggetto di bonus, senza alcuna base normativa o regolamentare che le giustifichi. Richieste che gravano fortemente sull’attività e sulla reputazione dei professionisti chiamati a una crescente assunzione di responsabilità (professionali, civili, penali, patrimoniali), in particolare per il ruolo di asseveratori. “Vicende che contribuiscono a complicare ancora di più un quadro già fortemente precario”, denunciano gli Ordini.

Il caso Deloitte

Deloitte ha stabilito che i tecnici asseveratori effettuino un video descrittivo dell’intervento, da registrare presso l’immobile oggetto dei lavori per attestarne la veridicità della condizione necessaria per la cessione dei crediti maturati a seguito di opere rientranti nel Superbonus 110%.

“Pur comprendendo la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali truffe – sostengono gli Ordini – risulta assurdo richiedere la redazione di un video a dimostrazione della veridicità delle attività edilizie effettuate, dopo aver già redatto un’asseverazione corredata da specifica polizza assicurativa e con allegati documenti fotografici del cantiere, stati di avanzamento lavori, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure”.

Il caso Poste Italiane

A quello Deloitte si aggiunge il caso di Poste Italiane che, dallo scorso agosto, ha introdotto la richiesta della firma di un «responsabile dei servizi di asseverazione tecnica» – figura non prevista da alcuna norma o regolamento – per consentire l’accesso al canale di cessione di crediti d’imposta della stessa società partecipata. Inoltre, si richiede una indefinita congruità tra l’importo della detrazione di cui beneficia il proprietario e il valore dell’immobile su cui si va ad intervenire: tale congruità, tuttavia, non è prevista in alcuna norma ed il tecnico non ha a disposizione alcun parametro di riferimento per poterla calcolare. Una formula che, anche in questo caso, ha una funzione di «autotutela» ma che, per gli architetti, aggrava la responsabilità sul professionista che se ne fa carico, chiamato a garantire la correttezza di tutto l’iter tecnico-fiscale che porta alla maturazione dei crediti d’imposta.

Gli Ordini degli Architetti aderenti stanno procedendo legalmente nei confronti di Deloitte e Poste Italiane chiedendo il ritiro immediato delle richieste della attestazione video dell’asseveratore e della dichiarazione del responsabile dei servizi di asseverazione tecnica, senza escludere ulteriori future azioni su qualsiasi altra richiesta di documentazione non dovuta che possa ledere l’immagine dei professionisti.

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