Con l’obiettivo di rilanciare il settore dei lavori pubblici, gravemente penalizzato dalla pandemia da COVID-19, il Governo ha recentemente varato il decreto n°76/2020 (il cosiddetto decreto semplificazioni), convertito in legge n°120/2020, puntando soprattutto allo snellimento delle procedure di affidamento.
A tal proposito, l’Ordine degli Architetti di Torino ritiene che questo consenta di lavorare a nuove norme per migliorare la qualità del progetto e garantire la semplificazione dell’intero iter di esecuzione delle opere pubbliche: dalla programmazione al collaudo dei lavori. Inoltre, riconosce in particolare l’importanza del concorso di architettura a due gradi.
“Valuto positiva l’attenzione data al settore edilizio dai nostri legislatori, perché può rilanciare il settore che ha avuto lunghi anni di crisi e fare da volano per la ripartenza del paese. Non va dimenticata tuttavia l’importanza di una progettazione di qualità e attenta alla sostenibilità, affidata agli Architetti. Sono da sempre attento alle dinamiche del mercato del lavoro professionale e invito i colleghi a seguire i processi di trasformazione in atto, che offrono notevoli opportunità di lavoro; per esempio, di recente, gli interventi di Rfi sulle aree ferroviarie di molte città italiane e le imminenti progettazioni nella nostra città metropolitana per l’avvio dei bandi legati al progetto Qualità dell’abitare.” Dichiara Massimo Giuntoli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino
Nello specifico, gli interventi proposti al Governo dal Consiglio nazionale Architetti sono:
- la promozione della semplificazione dell’intero iter di esecuzione delle opere pubbliche, puntando a un pacchetto di emendamenti al Codice dei contratti per lo snellimento delle procedure nelle fasi di programmazione, progettazione, verifica dei progetti e collaudo dei lavori di importo inferiore alle soglie comunitarie;
- il rilancio del concorso di progettazione a due gradi, quale migliore strumento per garantire la qualità delle opere pubbliche di interesse architettonico e per ridurre, con l’affidamento diretto al vincitore del concorso, i tempi per acquisire il progetto esecutivo. Gli emendamenti agli articoli 152 e 154, sono invece finalizzati a stabilire in modo chiaro che, in presenza delle condizioni di cui all’art.23 comma 2, le stazioni appaltanti adottano prioritariamente il concorso di progettazione a due gradi, che viene dunque rilanciato quale strumento ideale per valorizzare la professionalità dei concorrenti e per consentire alla committenza di scegliere, tra quelli ammessi al secondo grado, il miglior progetto per il raggiungimento degli obiettivi della stessa committenza. Il secondo grado, avente ad oggetto l’acquisizione del progetto di fattibilità, si svolge tra i soggetti individuati attraverso la valutazione di proposte di idee presentate nel primo grado e selezionate senza formazione di graduatorie di merito e assegnazione di premi. L’emendamento all’art.152 punta anche all’affidamento diretto della progettazione esecutiva al vincitore del concorso, quale elemento per chiudere la fase progettuale senza alcuna successiva gara, riducendo così, rispetto alle procedure ordinarie, i tempi per l’appalto e per l’avvio dei lavori. Al vincitore del concorso, se in possesso dei requisiti previsti, previo reperimento delle necessarie risorse economiche, è affidato l’incarico della progettazione definitiva ed esecutiva. Il bando dovrà riportare tali condizioni, indicando il relativo delle prestazioni da affidare al vincitore, previa procedura negoziata, a valle del concorso. siano previsti nel bando”. In casi particolarmente semplici, previa motivazione, la stazione appaltante può adottare un concorso ad unico grado;
- istituzione di un fondo di rotazione di 50 milioni di euro per gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria ai liberi professionisti, che a regime si autoalimenterà con le economie dei progetti finanziati, compreso il ribasso d’asta di lavori, forniture e servizi inseriti nel quadro economico. Il fondo di rotazione potrà essere gestito da una cabina di regia da costituire presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Tutto ciò, al fine di promuovere la semplificazione, rilanciando, al tempo stesso, la centralità del progetto nel processo di esecuzione delle opere pubbliche.