La parola agli architetti 10/2020

La pandemia ha modificato molte delle nostre abitudini e per mesi ci siamo sentiti ripetere “Tutto sarà diverso”. Gli architetti, che per natura non temono i cambiamenti, hanno sfruttato la spinta creativa di questo periodo e hanno immaginato nuove potenzialità di trasformazione del nostro modo di abitare. Da qui sono nati i contributi per il manifesto “Architettiamo la città per la fase due”, di cui oggi pubblichiamo gli ultimi interventi. Concludiamo là dove abbiamo iniziato: la casa.

Secondo Valentina Farassino, coordinatrice del focus group OAT Interiors, saranno i piccoli spazi esterni a cambiare il nostro modo di vivere. L’uomo è per natura è attratto dal verde e sente quindi il bisogno di ricreare angoli di natura all’interno della propria casa. Dalla biofilia al design del balcone, il passo è breve.

Il futuro dell’interior design per Roberta Durando, anche lei componente del focus group OAT Interiors consisterà nel saper creare luoghi in cui “prendersi il proprio tempo”, plasmati sull’individualità del singolo. Spazi per il movimento e per la stasi, per coltivare l’ozio o per alimentare le proprie passioni. Uno “spazio altro” di cui prendersi cura.

LEGGI GLI ALTRI CONTRIBUTI PER “ARCHITETTIAMO LA CITTÀ PER LA FASE DUE”

Condividi

Ricerca un termine

oppure

Ricerca per argomento