Il Consiglio Nazionale degli Architetti ha lanciato un appello per elaborare una riforma della professione. La bozza del CNAPPC, sottoposta a tutti gli Ordini provinciali per una prima fase di consultazione, intende rinnovare l’ordinamento professionale e promuovere la figura dell’architetto. Dopo numerosi confronti interni, anche il nostro Consiglio ha espresso la propria posizione avanzando alcune proposte.
Va detto innanzitutto che per valorizzare il ruolo e le competenze dell’architetto risulta fondamentale costruire un’azione di sistema, declinata secondo i ruoli pubblici e privati, in modo da rafforzarne la percezione sociale e renderne esplicito il valore nei processi decisionali. Inoltre, è essenziale attivare un costante confronto con le università e il mondo economico per condividere profili e determinare una corretta programmazione dell’accesso al mercato del lavoro.
Gli elementi di maggiore emergenza riguardano:
- l’istituzione di riferimento degli Ordini, che potrebbe essere individuata nel Ministero del lavoro e dello sviluppo economico;
- un’integrazione regionale degli Ordini, per la messa a disposizione in sussidiarietà dei servizi e della formazione, nonché la regolamentazione di Federazioni e Consulte regionali;
- una serie di azioni sistemiche e coordinate a favore della qualità dell’architettura, strettamente legata alla valorizzazione del ruolo pubblico e della funzione sociale dell’architetto.
In riferimento a quest’ultimo punto, il Consiglio è contrario alla proposta di sopprimere la distinzione vigente tra pianificatore, paesaggista e conservatore, perché ritiene importante il valore culturale di questi specifici percorsi di formazione specialistica, la loro riconoscibilità internazionale ed europea e la loro spendibilità sul mercato del lavoro.
I nostri consiglieri si esprimono sostanzialmente in maniera paritaria sulla possibilità di abolire la Sezione B, numericamente poco rilevante e significativa solo se legata al tema delle competenze in uscita. Ritengono inoltre positivo che la riforma:
- riconduca l’esercizio professionale al diritto del lavoro intellettuale;
- preveda la tendenziale tipizzazione delle sanzioni nel codice deontologico;
- ripristini livelli minimi di compenso, anche alla luce della giurisprudenza europea;
- introduca il tirocinio professionale come percorso di accesso alla professione, consentendo la semplificazione dell’esame di Stato;
- recepisca le forme organizzative spontaneamente realizzate dalla categoria (Conferenza Nazionale, Federazioni ecc.);
- riorganizzi e razionalizzi la funzione disciplinare, introducendo anche la possibilità di rito sommario per illeciti quali la violazione dell’obbligo di formazione continua.
Per approfondire, leggi la bozza della riforma proposta dal CNAPPC