Grande novità contenuta nel Decreto Rilancio, l’introduzione di incentivi per l’efficientamento energetico interessa in maniera sostanziale gli architetti e i professionisti del settore edilizio. Con un approfondito lavoro di analisi e di collaborazione interfocus, i nostri esperti del focus group OAT Sostenibilità ed energia e del focus group OAT Protezione Civile hanno elaborato una serie di osservazioni e di modifiche da proporre al Governo, in vista della conversione del provvedimento nei decreti attuativi.
La valutazione generale nei confronti delle misure previste dal Decreto Rilancio è positiva, ma i professionisti del settore hanno sollevato alcune criticità che sono state sottoposte all’attenzione della RPT e del CNAPPC.
L’interessamento al tema non può che essere altissimo: da un punto di vista economico, gli incentivi in edilizia contribuiranno a ridurre l’evasione fiscale (grazie al tracciamento dei pagamenti di tutte le forniture e dei servizi professionali) e spingeranno i proprietari di immobili a investire oltre la propria possibilità di spesa iniziale. Per quanto riguarda le prospettive professionali della categoria degli architetti, inoltre, questo genere di provvedimenti darà l’opportunità di realizzare un’edilizia di qualità, energeticamente efficiente e ambientalmente sostenibile, con interventi più ampi e strutturati rispetto alle precedenti forme di incentivazione.
Le perplessità dei professionisti, dunque, nascono dal timore che i punti deboli della riforma non ne permettano l’attuazione in qualità e che quindi quella del superbonus si riveli un’occasione sprecata.
L’analisi dei nostri esperti – che esamina dettagliatamente l’articolo 119 del decreto, “Incentivi per efficientamento energetico, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici” – evidenzia una serie di criticità, in particolare, nel quadro legislativo dei Requisiti Minimi di prestazione energetica degli edifici e nell’iter procedurale autorizzativo. Secondo le nostre proposte, quest’ultimo dovrebbe approdare a un testo unico organicamente strutturato, con carattere programmatorio e comprensivo di scadenze temporali chiare. Alcuni dubbi inoltre riguardano il carico di responsabilità dei professionisti.
Il confronto tra esperti ha dato vita a un documento di sintesi, con proposte di emendamenti e richieste di chiarimenti puntali. Il testo è stato condiviso con la Rete delle Professioni Tecniche e con il Consiglio Nazionale degli Architetti e ha già ottenuto i primi risultati: giovedì scorso Giuseppe Cappochin, presidente del CNAPPC, ha riferito queste osservazioni durante un incontro con il ministro dell’ambiente Sergio Costa.