Le città di domani

Abbiamo pubblicato Architettiamo la città per la fase due, il manifesto immaginato e prodotto insieme alla Fondazione per l’architettura. È il frutto di una collaborazione a mille e più mani, che include il lavoro dei professionisti dei nostri focus group, dei nostri consiglieri e quelli della Fondazione, degli iscritti e dei tanti cittadini che hanno aderito alla nostra campagna e ci hanno inviato spunti innovativi e commenti preziosi.
Per immaginare la città di domani, abbiamo scelto di mobilitare tutte le nostre capacità progettuali e creative e di stilare una lista di idee, partendo da dieci tipologie di spazi:

  1. Gli spazi di lavoro
    Tutti i luoghi di lavoro vanno adattati secondo le nuove norme per la sicurezza, dalle fabbriche agli uffici, dai ristoranti ai laboratori artigiani. Per l’accesso ai cantieri è necessario rispettare i protocolli elaborati dal settore delle costruzioni e dai sindacati: è indispensabile procedere a una semplificazione delle procedure necessarie per l’adeguamento all’emergenza sanitaria.
  2. Gli spazi dell’abitare
    Il lockdown ha messo alla prova l’adeguatezza delle nostre case rispetto alle nuove esigenze emerse con lo smart working, la didattica a distanza e la convivenza forzata. È necessario ripensare gli spazi interni per garantire flessibilità d’uso e una migliore qualità dell’aria e della luce, e allo stesso tempo bisogna favorire la riconversione di spazi collettivi come cortili e orti urbani.
  3. Gli spazi pubblici
    Il distanziamento sociale non deve diventare un ostacolo tra le persone, ma anzi può costituire un’occasione progettuale per ripensare piazze, strade, marciapiedi, illuminazione pubblica e aree verdi nell’ottica della massima inclusività e della sicurezza: percorsi nei parchi per l’attività fisica, pedonalizzazione di piazze, uso della luce per invogliare la permanenza all’aperto.
  4. Gli spazi di cura
    Serve un nuovo piano per ripensare gli ospedali, in primis il Parco della Salute, per renderli flessibili e in grado di rispondere a emergenze pandemiche. Va potenziata l’assistenza territoriale anche attraverso la creazione di country hospital e rimodulata quella domiciliare secondo le nuove esigenze.
  5. I luoghi per il commercio
    Risulta indispensabile una riprogettazione dei sistemi di accessi di piccole e grandi distribuzioni, nonché un rafforzamento dei mercati rionali all’aperto e dei modelli innovativi di retail. Un intervento immediato meritano le regolamentazioni sui dehors e le agevolazioni per il settore alberghiero.
  6. Le scuole e gli spazi per la formazione
    Per rimettere al centro le esigenze degli studenti, sarà necessario adottare misure innovative come l’utilizzo di giardini per la didattica all’aperto, l’adeguamento delle aule per la didattica in presenza e a distanza, l’introduzione di architetti tutor per l’insegnamento dell’architettura nelle scuole.
  7. Gli spazi per la cultura
    Grazie a modelli per concerti diffusi, un maggiore ricorso alle esperienze virtuali, una riorganizzazione degli spazi espositivi e una gestione controllata dei flussi di spettatori e utenti, anche i musei, i cinema, i teatri, le gallerie e le sale per la musica dal vivo potranno riprendere le loro attività in sicurezza.
  8. La mobilità urbana
    È possibile evitare il ritorno incontrollato all’uso dell’auto privata attraverso l’incentivazione di mezzi di condivisione sostenibili, la creazione di sistemi di micromobilità e la messa in sicurezza degli accessi ai mezzi pubblici.
  9. I luoghi per l’attività fisica e lo sport
    Per riprogettare palestre, piscine, stadi, campi sportivi si dovrà far uso di modelli digitali (BIM o DIM se l’ambito si allarga alla città) e di sensori con cui simulare o analizzare diversi scenari per il controllo dei flussi di accesso e per la creazione di spazi-filtro utili a garantire il distanziamento.
  10. La natura, il paesaggio
    Questo è il momento giusto per ripensare lo spazio urbano in dialogo con la natura e mantenere città più pulite e più verdi, così come le abbiamo scoperte durante il lockdown. La riduzione del traffico grazie ai minori spostamenti per effetto dello smart working, l’adozione di sistemi di distanziamento ecologici e sostenibili, la creazione di tetti e facciate verdi, il riuso ecosostenibile degli spazi che rimarranno vuoti a seguito delle mutate esigenze sociali.

Il lockdown e il distanziamento sociale stanno rimodellando le esigenze di famiglie, attività commerciali e amministrazioni cittadine. Dalle case-ufficio all’ampliamento dei dehors, dalla mobilità green alla socialità a distanza: ogni mutamento di abitudini, individuali e collettive, pretende una trasformazione architettonica.
Data la ricchezza e la varietà delle proposte ricevute, abbiamo deciso di istituire la rubrica settimanale “La parola agli architetti” che raccolga tutte le idee provenienti dalla comunità di architetti che ha partecipato alla call. Il primo contributo è già online, leggilo qui!

Per approfondire, puoi riguardare le dirette Facebook dedicate all’illustrazione dei dieci punti del manifesto a cura di Massimo Giuntoli e di Alessandra Siviero:

Condividi

Ricerca un termine

oppure

Ricerca per argomento