Cari colleghi,
giovedì 10 novembre abbiamo incontrato pubblicamente l’assessore alle Politiche urbanistiche della Città di Torino Guido Montanari. Finora ha dimostrato ampia disponibilità al dialogo e al coinvolgimento degli architetti: una posizione che non può che farmi piacere. Le nostre posizioni sono spesso state lontane, ma credo che la possibilità di un confronto diretto sia molto importante per trovare delle convergenze.
Durante il confronto l’assessore ha espresso un’apertura verso la definizione di un nuovo piano regolatore; secondo la sua visione, il piano dovrebbe essere strutturato attraverso una griglia rigida all’interno della quale prevedere margini di elasticità. Queste le linee guida: riduzione del consumo di suolo; mantenimento delle attività produttive; riduzione delle aree commerciali; riequilibrio dei rapporti centro-periferia. In particolare, in tema di produzione, l’assessore ha dichiarato l’intenzione di dare vita a free tax area per attirare investimenti e ha espresso un giudizio negativo sui risultati del processo di trasformazione in residenziale che è stato condotto a Torino con opere spesso di bassa qualità.
Il rapporto con il privato resta ancora un nodo aperto dal mio punto di vista: secondo Montanari, il privato a Torino è stato preponderante nella trasformazione del territorio, mentre dovrebbero prevalere gli interessi del pubblico. Io credo che la giusta via sia a metà strada perché certamente non possiamo pensare ad un’Amministrazione sotto scacco degli interessi dell’imprenditoria, ma è necessario un dialogo con queste istanze ed è importante creare le condizioni perché il privato abbia interesse a investire nella trasformazione della città.
Altra questione ancora irrisolta è quella delle grandi opere: come già dissi per le pagine di La Repubblica, io credo siano un volano per lo sviluppo della città e possano consentire la riqualificazione di aree periferiche. Montanari ci ha detto di aver candidato per il piano delle periferie del Governo non un grande intervento, ma piccole opere diffuse sul territorio. Condivido la necessità di mettere mano a un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria della città, tuttavia se questo non sarà abbinato al rilancio delle operazioni di sviluppo urbano rischia di rivelarsi solamente un palliativo. Non deve essere visto in alternativa ad un piano economico che preveda appalti medio-grandi per il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
Inoltre sono un po’ preoccupato per il riferimento alla progettazione in house. Sono pienamente fiducioso nella qualità dei professionisti interni all’Amministrazione, ma tuttavia credo che sia indispensabile coinvolgere nella progettazione anche competenze esterne sia per la qualità del progetto che per garantire opportunità di lavoro alla nostra categoria.
Nonostante queste divergenze, dall’incontro sono emersi alcuni aspetti su cui potremo collaborare insieme: Montanari ha accolto e si è impegnato a portare avanti la nostra richiesta che la Città bandisca almeno due concorsi di architettura all’anno e due riservati agli under 35. Inoltre ha dimostrato sensibilità sul tema del libretto del fabbricato, sul quale abbiamo già raccolto la disponibilità dell’ANACI a usare Torino come città pilota per l’applicazione di questo strumento, prima dell’approvazione della legge nazionale, e ad un coinvolgimento della nostra categoria nella strutturazione. Sono consapevole che non è la panacea di tutti i mali, ma tuttavia credo potrebbe consentire il coinvolgimento delle diverse professionalità dell’architetto (progettazione, energia, strutture, prevenzione incendi, sicurezza, etc…) ed essere uno strumento utile per offrire informazioni aggiornate sullo stato di salute di un edificio su cui il professionalità deve intervenire, oltre ad avere un impatto sulla sensibilizzazione del committente sull’importanza di rispondere alla normativa.Infine condivido la scelta di rendere l’Urban Center un organo terzo rispetto all’Amministrazione e sono favorevole a collaborare alla definizione dei suoi ambiti di azione.
Il percorso di confronto è appena agli inizi, ma desideriamo condurlo in modo serrato e costruttivo. Con l’assessore abbiamo già in previsione un’agenda fitta di incontri di cui vi darò aggiornamenti.
Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti PPC Torino
17/11/16