Il lascito delle architetture Olivettiane e la sfida per il futuro di Ivrea

Un viaggio attraverso la storia e il patrimonio di Ivrea, con uno sguardo sulle architetture olivettiane, è stato al centro dell’evento che ha avuto luogo al Circolo dei Lettori il 17 febbraio.

L’incontro ha avuto come punto di partenza il libro “Architetture olivettiane ad Ivrea. I luoghi della residenza e i servizi per la comunità” di Boltri, Maggia, Papa e Vidari e ha offerto l’occasione per una riflessione sul recupero e riuso di un patrimonio edilizio di riferimento per studiosi di tutto il mondo, aprendo prospettive per ipotesi di rigenerazione del sistema urbano della città tutta.

Hanno partecipato alla tavola rotonda di discussione Daniele Boldi e Enrico Papa, autori del libro; Massimo Crotti, architetto e professore del Politecnico di Torino, Gian Carlo Paglia, architetto; Francesco Comotto, Assessore all’urbanistica di Ivrea; Filippo Ghisi, Site Manager sito UNESCO. Hanno moderato l’incontro Roberta Ingaramo, consigliera dell’Ordine, e Paolo Giordano, Segretario dell’Ordine.

Gli esperti hanno parlato della crescente attenzione verso il patrimonio olivettiano, sottolineando che la candidatura di Ivrea a diventare patrimonio mondiale dell’umanità ha segnato una svolta importante. Non si tratta solo di conservare un patrimonio statico, ma di prendersi la responsabilità di valorizzare attivamente la città e il suo lascito. Hanno anche evidenziato la necessità di considerare non solo gli edifici storici, ma l’intera area urbana che li circonda.

Il tema della città in trasformazione è stato al centro delle riflessioni, da cui è emerso un concetto chiave: ripensare la città come uno spazio in continuo cambiamento, dove il pubblico può essere reinterpretato, non solo attraverso il restauro, ma anche mediante interventi di agopuntura urbana per dare nuova vita agli spazi dismessi. L’idea di “urbanismo tattico” è stata proposta come un approccio per risignificare gli spazi pubblici, utilizzandoli in modo dinamico e adattabile.

È stata ricordata l’importanza della filosofia olivettiana, che ha cercato di costruire una città dove fosse possibile vivere e lavorare in modo armonioso. Un concetto di vita che va oltre l’industria, cercando di creare un equilibrio virtuoso tra lavoro e qualità della vita.

Infine, sono stati illustrati gli strumenti e le strategie per la salvaguardia del patrimonio olivettiano. È emerso l’intento di non limitarsi a un piano di conservazione, ma di integrare la storicità con un piano di sviluppo che unisca le tradizioni della città con le necessità di modernità.

Ivrea, quindi, non è solo una città industriale legata al nome Olivetti, ma un luogo dove il passato e il presente si intrecciano in un continuo dialogo, offrendo spunti e sfide per il futuro. La città sta affrontando la sfida di preservare e valorizzare il suo patrimonio, senza rinunciare all’evoluzione delle sue componenti urbane, culturali e sociali.

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