Il futuro dell’architettura

L’Ordine degli Architetti di Torino prosegue l’azione politica nei confronti dei rappresentanti  del Governo e del Parlamento per garantire il futuro dell’architettura e promuovere la qualità degli interventi, la sostenibilità, la rigenerazione urbana e sociale. Con un documento indirizzato alla politica l’Ordine di Torino con gli Ordini di Asti, Mantova e Roma, mette in evidenza opportunità e sfide legislative.

In un momento di incertezza per il futuro lavorativo dei professionisti c’è molto fermento in ambito legislativo sulle tematiche della progettazione nei lavori pubblici e di opportunità future con il Piano Casa Italia finanziato con la Legge di Bilancio 2025, la legge sulla rigenerazione urbana, il recepimento della normativa europea EPBD Case Green, ed inoltre il possibile coinvolgimento di imprese e professionalità italiane nella ricostruzione delle infrastrutture civili in Ucraina e a Gaza.

Sono argomenti strategici per il futuro degli architetti, che devono essere affrontati da chi governa il paese con l’obiettivo di:

  • promuovere la qualità architettonica e la sostenibilità delle opere pubbliche con procedure di affidamento degli incarichi eque, trasparenti;
  • dare possibilità sia ai giovani professionisti e sia alle piccole e medie realtà professionali, che sono la maggiore parte in Italia, di crescere e fare sistema con quelle maggiori in un contesto sempre più sfidante e veloce nei cambiamenti.

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Il futuro dell’architettura in Italia si presenta come un periodo di transizione e sfide legislative, a seguito della conclusione dei super bonus edilizi e dei progetti legati al PNRR, ormai in fase di realizzazione. Il dibattito legislativo si concentra su temi cruciali come il Piano Casa Italia, la rigenerazione urbana, il recepimento delle direttive europee, e l’opportunità di coinvolgere le imprese italiane nella ricostruzione delle infrastrutture in Ucraina e a Gaza. In questo scenario, l’obiettivo è promuovere la qualità architettonica e la sostenibilità delle opere pubbliche, tramite procedure di affidamento degli incarichi trasparenti, eque, che consentano a giovani professionisti e piccole e medie imprese (PMI) di crescere, integrandosi con le realtà più grandi in un contesto in continuo cambiamento.

Il 31 dicembre 2024 è stato pubblicato il Decreto Correttivo del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 209/2024), e sono in discussione altre importanti normative, come il DL 29/2024 sulla rigenerazione urbana e il DDL S. 1112/2024, che riguarda la valorizzazione dell’architettura e la promozione della qualità architettonica. Il Decreto Correttivo del Codice dei Contratti ha introdotto modifiche significative, migliorando la partecipazione dei piccoli e medi studi professionali nelle gare per i servizi di architettura e ingegneria. Ad esempio:

  • 8: conferma il divieto di prestazioni professionali gratuite, un’importante misura di tutela per i professionisti.
  • 32, comma 1: modifica il fatturato globale richiesto, che ora non deve superare il doppio del valore stimato dell’appalto e prevede un periodo di riferimento di dieci anni per dimostrare la capacità tecnica e professionale.
  • 43, comma 1, lettera b: innalza la soglia per l’applicazione del BIM nei progetti da 1 milione a 2 milioni di euro.

Tuttavia, il decreto correttivo non ha soddisfatto tutte le aspettative. In particolare, l’introduzione di un limite di sconto del 20% per le progettazioni sotto i 140.000 euro, previsto dall’art. 41, comma 15-quater, rischia di penalizzare i compensi professionali, contrastando la Legge sull’equo compenso. Inoltre, il Decreto non ha affrontato adeguatamente l’aggiornamento dei parametri di compenso professionale, previsti dal DM 17 giugno 2016, che rimangono obsoleti nonostante l’introduzione di nuovi adempimenti, come i Criteri Ambientali Minimi (CAM).

Un altro punto critico riguarda l’art. 46 della L. 36/2023, che regola l’applicazione dei concorsi di progettazione per le opere pubbliche. La mancanza di una soglia dimensionale o un elenco di opere pubbliche per cui si debba obbligatoriamente indire questa procedura ha reso di fatto non operativo l’articolo stesso, limitando l’esperienza acquisita con i concorsi PNRR per le scuole innovative.

Le proposte legislative in corso, come il DL 29/2024 e il DDL S. 1112/2024, introducono l’obbligo di concorsi per tutte le opere pubbliche di rigenerazione urbana e rilevanza architettonica. Questo cambiamento mira a favorire la qualità progettuale rispetto alle offerte economiche più basse, permettendo anche ai giovani professionisti e alle piccole realtà di competere in modo equo. L’obiettivo è garantire che la qualità architettonica prevalga sugli aspetti economici, proteggendo il valore del lavoro intellettuale.

Un esempio positivo di concorso di progettazione è quello indetto dall’Agenzia del Demanio per la riqualificazione della Manifattura Tabacchi a Torino, che ha portato a un confronto tra progetti di alta qualità. Al contrario, un altro esempio negativo è quello relativo all’Ospedale di Ivrea, dove l’offerta economicamente più vantaggiosa ha comportato un ribasso del 57%, evidenziando la difficoltà di mettere al centro la qualità in un contesto di concorrenza basata principalmente sul prezzo.

In conclusione, sebbene il Decreto Correttivo del Codice dei Contratti Pubblici e le leggi in discussione abbiano il potenziale di favorire maggiore inclusione e qualità, è necessario un ulteriore intervento per risolvere le problematiche relative ai compensi professionali, alla definizione chiara dei concorsi di progettazione e all’aggiornamento dei parametri di compenso. La speranza è che queste modifiche legislative possano garantire una maggiore trasparenza, equità e valorizzazione delle competenze, sostenendo un sistema di progettazione che privilegi la qualità e l’innovazione.

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