Rigenerazione urbana: il focus su Torino

Il 10 luglio l’Ordine degli Architetti di Torino ha preso parte all’evento organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma “Le nuove frontiere della rigenerazione urbana – I casi di Roma e Milano”. Oltre agli architetti erano presenti anche ingegneri, avvocati, rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, delle imprese di costruzione, degli investitori ed esponenti del mondo della politica.

Tra gli ospiti politici, il senatore Maurizio Gasparri (FI) ha anticipato un testo unificato, sintesi tra le tante proposte di legge pervenute, che verrà presentato al Senato in questi giorni. Ospite anche la vice presidente del Senato, senatrice Anna Rossomando (PD), che sottolinea l’importanza della proposta di legge deve tener conto sia della rigenerazione urbana, sia dello stop al consumo del suolo. Concetto condiviso anche dal senatore di Andrea De Priamo (FdI) che precisa di non confondere la semplificazione con l’omologazione, in quanto bisogna tener conto delle identità e delle specificità dei singoli luoghi.

I temi dell’incontro hanno riguardato la disorganicità delle norme, le incertezze procedurali, le differenze tra i territori sempre più accentuate, ma anche i gravi contrasti giurisprudenziali, la mancanza di visione da parte del pubblico e la carenza di incentivi per gli investitori privati.

La necessità di non poter rinviare l’approvazione di una normativa nazionale è stata condivisa dai relatori che si sono alternati nel corso del convegno in rappresentanza dei professionisti.

L’intervento di Maria Cristina Milanese, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino, ha messo in luce la situazione a Torino attraverso un excursus storico-politico, per meglio comprendere quanto la Città di Torino, da oltre un decennio, promuova e sostenga interventi di rigenerazione urbana come parte integrante delle strategie di sviluppo locale e dei processi di governance del territorio urbano. “È un tema che ha avuto la sua rilevanza già a partire dalla metà degli anni Novanta, quando la crisi della città Industriale, ha lasciato aree industriali dismesse (più di sei milioni di metri quadrati) imponendo la loro riqualificazione. Gli investimenti olimpici hanno poi dato un ulteriore impulso alla trasformazione urbana. Un consistente numero di risorse europee e nazionali, pubbliche e private, sono atterrate a Torino e sono stati avviati grandi progetti di trasformazione, prevalentemente ancorati all’idea del piano urbanistico come strumento di regolazione e di trasformazione della città. Inoltre, negli stessi anni, è emersa una crisi urbana riguardante la parte densa, abitata, storica della città: quartieri come Porta Palazzo, San Salvario, diventati stereotipi di conflittualità, hanno determinato la richiesta di sicurezza da parte dei cittadini, spesso rivendicativa e conflittuale rispetto alle molte diversità etniche della nuova migrazione”.

I Programmi di recupero urbano, i Contratti di quartiere, le Azioni di sviluppo locale, grazie a un gran numero di risorse regionali, ministeriali ed europee, hanno così permesso un primo e straordinario intervento di rigenerazione urbana, con l’obbiettivo di ricomporre la coesione sociale in territori non interessati dalla grande trasformazione urbanistica. Maria Cristina Milanese ha poi concluso con un focus sulla contemporaneità:

“La regione Piemonte è quarta in Italia per aree rigenerabili e Torino è la seconda area metropolitana dopo Milano. A livello nazionale, la rigenerazione urbana rappresenta un mercato immobiliare primario in Europa e potrebbe portare a benefici economici significativi per l’Italia. Torino si sta progettando come una città in trasformazione attraverso la rigenerazione urbana, puntando su zone urbane trasformative e incentrate su sostenibilità ambientale ed economica. Gli sforzi riguardano la valorizzazione di spazi urbani isolati e poco connessi, il superamento del dualismo centro-periferia e il potenziamento di aree destinate a ricerca e innovazione. La partecipazione attiva degli stakeholder e la creazione di connessioni sociali ed economiche sono chiave per il successo di questi interventi. Progetti come il Polo della ricerca e dell’innovazione, la Città della salute, l’ex Westinghouse, la Cavallerizza, la Manifattura Tabacchi e molti altri mostrano una città e una regione in evoluzione e pronte a valorizzare le proprie risorse per un futuro sostenibile e prospero. Gli interventi attraverso procedure concorsuali quali il concorso di architettura, devono diventare esempio da seguire nei disegni di legge sulla rigenerazione urbana di prossima approvazione.”

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