L’intelligenza artificiale e il mestiere di architetto

Come può l’intelligenza artificiale aprire nuovi orizzonti e reinventare l’architettura?

Livio Sacchi è architetto e professore ordinario di Disegno dell’architettura presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, è stato consigliere del Consiglio Nazionale degli Architetti. Per la Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia ha curato nel 2006 il padiglione italiano con Franco Purini e nel 2010 il padiglione Inarch. La sua attività scientifica è testimoniata da oltre 400 pubblicazioni, tra le quali molti libri. Suoi progetti e realizzazioni compaiono sulle principali riviste italiane e straniere.

Ha scritto un contributo su IA e architettura sulla rivista di critica d’arte contemporanea Op. Cit., nel numero 180 (maggio 2024), consultabile per intero al seguente link: L’intelligenza artificiale e il mestiere di architetto.

“L’IA è un insieme di tecnologie avanzate che permettono ai computer di capire, imparare e agire di conseguenza. L’IA apre nuovi orizzonti: in architettura, la sua capacità di manipolare le forme, di ottimizzare e generare soluzioni, di interagire con il cliente e gestire il progetto è più rapida, in alcuni casi più economica, e forse più efficiente di quella degli esseri umani.

Davanti a noi c’è un mondo nuovo in cui diventa cruciale il passaggio dalla produzione alla formazione, attraverso un processo di decostruzione e reinvenzione: una sfida per gli architetti e le scuole di architettura, simile a quella raccolta dai pittori nella seconda metà dell’Ottocento quando, con l’avvento della fotografia, cominciarono a mettere in discussione quello che stavano facendo: una sfida che li costrinse a seguire nuove strade, attuando strategie diverse e rivoluzionando l’arte e l’intera società. Forse, quello che ci aspetta è un nuovo mondo in cui i compiti ripetitivi saranno affidati alle macchine e agli uomini sarà chiesto di comportarsi come artisti.”

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