Codice Appalti: l’Ordine alla Camera dei deputati

Giovedì 26 gennaio l’Ordine degli Architetti di Torino ha incontrato i parlamentari del Piemonte con la conferenza stampa “Il Nuovo Codice degli appalti – Le osservazioni della Rete professioni tecniche del Piemonte”, presso la Camera dei deputati a Roma.

In questa cornice sono intervenuti la presidente dell’Ordine Architetti Torino Maria Cristina Milanese e il presidente della Federazione interregionale Architetti del Piemonte e della Valle d’Aosta e Presidente Ordine Architetti Asti Raffaele Fusco per segnalare criticità e portare le proposte di modifica dei professionisti. In particolar modo hanno sottolineato la grande assenza dei concorsi di architettura e dell’equo compenso, due concetti chiave a garanzia della qualità in architettura che nella bozza del Nuovo Codice degli appalti vengono sostituiti dal concetto di “appalto integrato”. Obiettivo: sensibilizzare i parlamentari per una revisione e della bozza del Nuovo Codice, a garanzia della qualità in architettura.

Maria Cristina Milanese, presidente dell’Ordine Architetti Torino

“Il Nuovo Codice degli appalti è un tema estremamente importante, che coinvolge le sorti future del nostro Paese, sorti che passeranno attraverso la pianificazione, la progettazione, la qualità della progettazione e del costruito, azioni che una volta messe in atto diventeranno la nostra eredità per le generazioni future. A riguardo, riponiamo a voi, le nostre richieste, a voi che avete in mano il Destino del nostro Paese.

Il settore delle opere pubbliche è regolato dal Codice Appalti e rappresenta oltre il 50% dell’intero comparto edilizio, con le opere del PNRR è presumibile che ne arrivi a coprire il 70/80%, nei prossimi anni. È di fondamentale importanza quindi che le scuole, gli ospedali, i centri civici e tutte le opere pubbliche, siano eseguite nei TEMPI CORRETTI e attraverso L’ARCHITETTURA e L’INGEGNERIA di QUALITA’ di cui i nostri professionisti sono maestri indiscussi, così come ci è riconosciuto da tutto il mondo.

Sostenibilità, cura e rispetto per il paesaggio, capacità di riqualificare i centri storici e capacità di realizzare nuove prospettive per le periferie, sono i cardini intorno ai quali vi chiediamo di porre la massima attenzione.

Una criticità che mettiamo in rilievo è inerente l’art. 41 del Codice Appalti, che così come è stato modificato, andrebbe a eliminare il terzo livello: il Progetto Definitivo in quanto è garanzia di qualità della progettazione e della centralità del progetto.

Si propone, inoltre, di integrare l’articolo 41 con poche ma fondamentali parole: che per tutte le opere di interesse architettonico, ambientale, paesaggistico, agronomico e forestale, storico e artistico venga utilizzata la procedura del concorso di progettazione; come evidenziato nel successivo art. 46 noi crediamo fortemente nell’istituto del concorso di progettazione, un metodo di assegnazione degli incarichi ai professionisti, che mette a confronto, allo stesso livello, più ipotesi progettuali, secondo un metodo meritocratico definito da una giuria qualificata e con tempi certi”.

 

Raffaele Fusco: Federazione interregionale Architetti del Piemonte e della Valle d’Aosta e Presidente Ordine Architetti Asti

“La procedura dell’appalto integrato all’interno del Nuovo Codice Appalti è una scelta, per noi professionisti, e in generale per tutto il settore delle Opere Pubbliche, dirompente e a nostro giudizio alquanto negativa. 

  • Le imprese partecipanti, in competizione tra loro, devono redigere la miglior Offerta Tecnico Economica comprensiva di un Progetto Definitivo e infine, chi si aggiudica la gara, svilupperà il Progetto Esecutivo e successivamente provvederà alla realizzazione dell’opera.
  • Affidare la progettazione e la realizzazione di un’opera pubblica a un unico operatore economico significa:
  • depotenziare il ruolo della stazione appaltante;
  • costringere i professionisti a progettare non secondo criteri di senso estetico bensì nella logica dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
  • favorire il raffronto tra le peculiarità delle scelte progettuali;
  • rendere diseconomica per le stesse imprese, la partecipazione alle gare, soprattutto per opere di piccola e media dimensione;
  • allungare a dismisura, per la stazione appaltante, i tempi delle gare, rendendone inoltre potenzialmente incerto l’esito finale;
  • infine, è significativo il rischio della scarsa qualità progettuale delle opere”.

Vittorio Porta, presidente Ordine Architetti Biella

“L’articolo 38 comma 11, toglie di fatto alle soprintendenze il potere di veto. Le soprintendenze, infatti, non potranno bloccare l’opera in questione o esprimersi sulla tutela degli interessi paesaggistici storico culturali. Sicuramente è un passaggio molto coraggioso, che all’apparenza vuole velocizzare la procedura, ma fa sorgere una serie di domande:

  • Questo assetto normativo proposto è coerente con l’art. 9 della Costituzione che tutela il paesaggio, il patrimonio storico e artistico, la biodiversità e gli eco sistemi, nell’interesse delle future generazioni?
  • In che modo è possibile perseguire la soluzione progettuale e qualitativamente migliore per fare una scuola, un parco, intervenire in un’area difficile del centro storico, progettare un’area industriale sostenibile o per la redazione di un innovativo piano regolatore di una città?”

Fabrizio Rocchia, Presidente Ordine Architetti Cuneo

“Non è possibile procedere sul nuovo Codice dei Contratti senza un serio lavoro anche in materia di equo compenso. Da troppi anni si parla di una nuova legge che restituisca dignità al lavoro dei Liberi Professionisti e in particolare a quello dei giovani, che troppo spesso non vedono riconosciuto il valore del proprio lavoro, ma ancora oggi mancano interventi concreti in tale direzione.

L’ultima bozza di legge sull’equo compenso risale a fine 2021 ma il testo conteneva alcune anomalie perché concentrava l’attenzione esclusivamente sui rapporti professionali regolati da “convenzioni” con banche, assicurazioni e grandi imprese che, però, sono solo una parte dei clienti dei professionisti.

Un testo serio dovrebbe nascere dal confronto con il Sistema Ordinistico che approfondisca i molteplici aspetti riguardanti i rapporti professionali individuali relativi alle singole prestazioni, che rappresentano la maggior parte degli incarichi professionali verso committenti privati o piccole aziende/imprese oppure attribuiti dalla P.A. ai professionisti ma che, nelle attuali bozze, rimangono fuori dal campo di applicazione e, di fatto, terra di nessuno.

Come Presidenti degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori del Piemonte rappresentiamo oltre 14.000 Colleghi che attendono una risposta chiara che possa dare certezze al loro lavoro e rappresentiamo la nostra piena disponibilità a collaborare per la stesura di un nuovo testo che tenga conto delle peculiarità dei nostri incarichi e, soprattutto, della sostanziale assenza di una politica seria e concreta per la semplificazione delle pratiche amministrative”.

Lucia Ferraris, presidente Ordine Architetti Novara

“Il concorso di progettazione rimane ancora l’unica garanzia della centralità del progetto all’interno di un processo che ha lo scopo di identificare chiaramente l’opera da realizzare ed il codice degli appalti rappresenta lo strumento più affidabile in tema di procedure ad evidenza pubblica per porre le condizioni per un “mercato” più efficiente, competitivo e trasparente, dove in primo piano viene posto l’oggetto (la qualità del progetto) anziché il soggetto (prestatore del servizio). Il criterio del concorso va incentivato e promosso come prioritario non solo per garantire qualità architettonica e pari condizioni progettuali ma anche per consentire alle nuove generazioni di inserirsi nel mondo della professione portando innovazione e nuovi valori culturali.

“Il concorso alimenta i più importanti principi che sono alla base della competizione progettuale, quali la trasparenza, la libera concorrenza, le pari opportunità e , soprattutto, il riconoscimento del merito (cit. Regolamento per l’organizzazione e lo svolgimento dei concorsi di architettura promosso dal C.N.A.P.P.C.)”.

 

 

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