Giorgio De Ferrari

Lo scorso 29 novembre ci ha lasciato l’architetto Giorgio De Ferrari: il saluto dall’amico e collega Vittorio Iacomussi.

Genovese doc e torinese di adozione fin dai tempi in cui frequentava il Collegio Universitario Einaudi, Giorgio De Ferrari è stato un riferimento locale e internazionale per l’Architettura e il Design, o meglio per il Disegno Industriale come gli piaceva dire.

Laureatosi in architettura nel 1961 con Carlo Mollino, subito intraprende la professione di designer collaborando nei primi anni con Joe Colombo e la Triennale di Milano e subentrando nel 1979 come docente incaricato ad Achille Castiglioni al Politecnico di Torino, dove nel 1996 fonda il primo nucleo del Corso di Studi in Disegno Industriale. In contemporanea collabora con i maestri del secondo novecento torinese: Gabetti e Isola, Luzi e Jaretti, Giorgio Raineri e altri di cui l’elenco sarebbe incompleto.

Insaziabile progettista, raduna intorno a sé molti giovani architetti con la passione per questa disciplina emergente fondando con alcuni giovanissimi suoi laureati un sodalizio professionale che è durato 40 anni: lo Studio De Ferrari Architetti, uno dei più longevi in Italia.

Funzione, tecnica, economia ed espressività (che preferiva in questo caso ad estetica) sono i quattro paradigmi del progetto su cui basa il proprio lavoro, costruendo una metodologia di approccio a partire dalle esigenze delle persone, dell’ambiente, della produzione e del mercato, che ancora oggi insegna ai progettisti in erba a non aver paura del foglio bianco. Curioso di tutto e di tutti, delle cose e delle persone che incontrava, era affascinato dalle tecnologie, dai nuovi materiali e dai temi che parlavano di evoluzione della città, primo fra tutti lo spazio pubblico, dove riteneva che le competenze dell’architetto e del designer potessero incontrarsi e non sovrapporsi. Disegna architetture, spazi urbani e attrezzature che oggi si ritrovano in molte città italiane ed estere: a Torino, le fermate mezzi pubblici insieme a Giugiaro Design, i sistemi di sedute per le aree ottocentesche, la segnaletica informativa storica, e soprattutto il gettarifiuti Sabaudo, eloquente esempio di arredo urbano stilisticamente neutrale capace di integrarsi a contesti diversi, dal centro città alle periferie, con migliaia di esemplari in tutta Europa e Menzione al Compasso d’Oro. Nel progetto di architettura pubblica, progetta gli interni come gli esterni e viceversa guardando all’accessibilità e all’accoglienza degli spazi, come nel ponte scalinata Carpanini in Borgo Dora, nel cortile coperto come una hall di albergo nel Centro Diagnostico Ospedale Valdese o negli alloggi abbarbicati nella torre di Casa del Senato in Piazza IV Marzo a Torino, opere che hanno ottenuto riconoscimenti nell’ambito del premio Architetture Rivelate dell’Ordine degli architetti di Torino.

Convinto che il Design fosse una risorsa strategica per il contesto produttivo, nel 1995 come presidente della SIAT Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino dà vita a Torino Design, la prima mostra osservatorio sul design territoriale che svela l’esistenza, oltre l’automobile, di una vera e propria valanga di oggetti disegnati e/o prodotti in Piemonte, con diciotto edizioni itineranti in tutto il mondo. Professionista e professore, attività che ha sempre svolto in parallelo ritenendole sinergiche e formative, Giorgio De Ferrari ha interpretato per oltre mezzo secolo la figura del progettista consapevole della responsabilità sociale e sostenibile di cui il progetto contemporaneo deve farsi carico.

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