Cavallerizza Reale di Torino: il concorso

La Compagnia di San Paolo, l’Università degli Studi di Torino e la Città di Torino, in accordo con Cassa Depositi e Prestiti, con l’Ordine degli Architetti di Torino e Milano e con la Fondazione per l’architettura / Torino, indicono un concorso di progettazione per la riqualificazione del compendio della Cavallerizza Reale.

Il progetto di riqualificazione ha l’obiettivo di realizzare un polo culturale di livello internazionale, nel cuore della città che – nel segno della sostenibilità e con l’ausilio delle tecnologie più avanzate – prevede l’insediamento di nuove funzioni culturali, formative, ricettive, sociali e terziarie, coerentemente con le indicazioni del piano regolatore e con il Progetto Unitario di Riqualificazione approvato dal Consiglio Comunale di Torino, incrementandone significativamente la porzione a fruizione pubblica.

Nata come Zona di Comando delle operazioni governative e militari sabaude, la Cavallerizza Reale viene concepita a partire dalla metà del ‘600 da Amedeo di Castellamonte come ampliamento del complesso di Palazzo Reale. Il progetto, voluto da Carlo Emanuele II, prevedeva l’edificazione di monumentali gallerie adibite ad archivi, l’istituzione di un’accademia per i figli della nobiltà torinese ed europea, le scuderie reali, fino al 1698 site presso il Maneggio Chiablese, il Teatro Regio, le Pagliere, una biblioteca e la Zecca di Stato. A partire dalla prima metà del ‘700, con i grandi lavori di ristrutturazione ad opera di Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri, Torino acquista una dimensione più internazionale, mentre sarà Bernardo Mosca, responsabile degli ampliamenti Ottocenteschi, a mettere a punto una seconda rimodulazione del progetto, dotando la città di un complesso ancor più monumentale e innovativo.

La Cavallerizza Reale è oggi parte del distretto culturale museale di Torino, dove si concentrano alcune delle principali istituzioni della città: Musei Reali, Teatro Regio, Teatro Stabile, Auditorium Rai, Centro di Produzione RAI, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Museo Nazionale del Cinema, Museo Egizio, Museo di Arte Orientale, Gallerie d’Italia, Polo del ‘900, Biblioteca Nazionale, Accademia delle Scienze, Accademia Albertina di Belle Arti, Conservatorio G. Verdi.

L’ambizione del concorso, anche in relazione con la storia secolare delle istituzioni che lo propongono, è quella di offrire a Torino un segno architettonico autorevole, iconico e riconoscibile, che diventi punto di riferimento per le attività culturali e turistiche del territorio.

I Gruppi di Progettazione dovranno lavorare ad un progetto che garantisca la conservazione del bene mediante l’attuazione di adeguate opere di restauro e recupero e proporre soluzioni architettoniche interne ed esterne che soddisfino le esigenze funzionali connesse alle destinazioni d’uso e valorizzazione dell’identità storica degli edifici, applicando i più alti standard in tema di sostenibilità ambientale e sociale.

Quando si parla di trasformazione del territorio di qualità – sottolinea Gabriella Gedda, Presidente della Fondazione per l’architettura / Torino, lo strumento migliore per innescare un processo virtuoso e affidabile è sicuramente il concorso di architettura capace di garantire trasparenza e tempi snelli, mettendo sempre al centro la qualità del progetto, indipendentemente dal nome del suo autore. Il concorso inoltre consente di creare dibattito nella comunità degli architetti e nella società civile, sviluppando consapevolezza sul valore dell’architettura e della qualità nei processi di trasformazione dello spazio”.

Da molti anni – continua Maria Cristina Milanese, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino – gli Ordini degli Architetti affermano che il Concorso di Architettura è lo strumento migliore per garantire la qualità del progetto e la scelta di progettisti. E’ una considerazione di particolare valore nello straordinario contesto della Cavallerizza di Torino, luogo in cui la qualità dell’architettura e dell’ambiente, insieme alla sostenibilità e all’innovazione, sono elementi indispensabili per la sua rinascita. Siamo fiduciosi che la giuria valorizzerà questi principi.

 

Concorso

«Il concorso, pubblicato sulla piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano, propone un’articolazione in due fasi sul modello dei concorsi francesi. La prima fase a svolgimento palese, di preselezione per curriculum e titoli – spiega Federico Aldini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano e provincia – ha lo scopo di selezionare fino a 6 candidati tra i concorrenti, che verranno invitati a partecipare alla seconda fase. La seconda avrà per oggetto la presentazione di un progetto di fattibilità tecnico economica».

Nella prima fase viene richiesta anche una relazione sull’approccio metodologico, che aiuterà la commissione a valutare l’integrazione delle conoscenze e delle competenze necessarie e utili nell’affrontare il progetto, tenendo conto delle condizioni e dei vincoli contenuti nelle Linee Guida.

«Prerogativa sarà che, tra i selezionati per la seconda fase, la commissione giudicatrice potrà includere, ove presente, almeno un concorrente con un professionista di età inferiore a 40 anni come capogruppo. Ogni gruppo di progettazione – aggiunge Aldini – dovrà inoltre prevedere la presenza di un giovane professionista laureato, abilitato all’esercizio della professione da meno di cinque anni».

 

Premi e rimborsi

È previsto un primo premio per il vincitore a copertura dei costi sostenuti per l’elaborazione del PFTE di 200.000 euro e corrisposto un rimborso spese ad ognuno dei rimanenti Gruppi di Progettazione partecipanti che abbiano presentato gli elaborati richiesti, pari a 28.000 euro.

 

Tempi

Dall’8 giugno 2022:

  • presentazione della domanda di partecipazione, dei progetti di referenza, cv e relazione metodologica – entro il 27 luglio 2022
  • commissione preselezione e comunicazione short list – entro il 15 settembre 2022
  • presentazione PFTE da parte dei Gruppi di Progettazione selezionati – 6 dicembre 2022
  • selezione e proclamazione vincitore – entro il 16 gennaio 2023

 

Giuria

La Commissione giudicatrice, unica per entrambe le fasi e costituita da membri designati sulla base di specifiche competenze, attesa la peculiarità della procedura, sarà composta da 7 membri effettivi e 2 supplenti, con prevalenza di componenti di comprovata esperienza e competenza nei campi dell’architettura, dell’urbanistica, del restauro, dei beni culturali.

Il presidente della Commissione è l’arch. Michele De Lucchi.

Stima dei costi di intervento

Il costo massimo dell’intervento da realizzare (quadro economico comprensivo di importo dei lavori, costi di progettazione, direzione lavori, collaudi, costi per la sicurezza, spese del concorso e somme a disposizione della proprietà) ammonta a circa 34,5 milioni di euro. Complessivamente, il recupero e la valorizzazione dell’intero compendio della Cavallerizza mobiliteranno investimenti per circa 100 milioni di euro, in un arco di 5 anni.

Per garantire condizioni uniformi di partecipazione le procedure del concorso e il rapporto fra committenti e concorrenti avverranno esclusivamente per via telematica attraverso il sito www.cavallerizzarealetorino.concorrimi.it nell’ambito della piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano e provincia.

Al sito sopra citato il concorrente avrà accesso mediante registrazione e potrà scaricare il materiale necessario alla partecipazione, formulare quesiti, consultare l’apposita pagina “news” e consegnare, mediante caricamento, i file sia della prima fase che della seconda.

Tutti gli elaborati e la documentazione del concorso sono reperibili sul sito internet dedicato www.cavallerizzarealetorino.concorrimi.it.

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