Come ogni anno, l’Ordine degli Architetti di Torino partecipa alla Giornata della legalità. L’edizione di quest’anno si è incentrata sulla relazione tra governo del territorio e il suo progresso, inteso come miglioramento delle condizioni reali. Ce ne parla la presidente dell’Ordine Cristina Coscia.
La presenza dell’Ordine Architetti di Torino alla giornata della legalità è una consuetudine e si pone in continuità con la consiliatura del presidente Massimo Giuntoli, il quale ha sempre aderito con entusiasmo alle scorse edizioni.
Il valore simbolico della giornata si carica ogni anno di nuovi contenuti e quest’anno la declinazione indicata dal presidente del CNAPPC Francesco Miceli e dal presidente dell’Ordine di Roma Cristian Rocchi – La legalità in relazione al governo del territorio e al progresso del bene comune – è quanto mai stimolante, in linea con le sfide attuali e contingenti: i temi del Recovery Plan, del PNNR e dell’European Bauhaus.
In questa cornice, compito degli Ordini – definiti “corpi intermedi” dal Procuratore Cantone in apertura – è quello di indicare temi strategici da attenzionare e su cui riflettere, partendo dalle best practices condotte in seno agli Ordini stessi e che possono essere messe a fattor comune.
Le azioni che richiamo hanno la necessità di essere coordinate a tutti i livelli: nazionale, locale, metropolitano, urbano ed extra-urbano. Ne ho selezionate quattro di natura strategica, tattica e tecnica:
1) l’importanza della qualità e dell’educazione alla qualità e alla bellezza: legalità e progresso devono avere come finalità anche la creazione di qualità.
Rilancio, a questo proposito, il tema urgente del completamento e del compimento dell’elaborazione legislativa della Legge sull’Architettura, ad oggi in forma di linee-guida con una bozza di articolati.
È uno strumento di inquadramento nazionale che pone al centro azioni di legalità attraverso la tutela, la protezione, la vigilanza sui territori e la loro cura e salvaguardia, in termini di attenzione alla prevenzione e alla programmazione.
Il termine cura è centrale e per gli architetti rappresenta una leva e un investimento nella prevenzione e nella sensibilizzazione al concetto di patrimonio comune. Gli interventi di governo per il territorio che mirano alla qualità dell’architettura come una delle componenti della qualità della vita, la crescita, sono un tassello fondamentale del progresso comune;
2) la qualità delle procedure e del sistema di aggiudicazione e selezione in bandi e concorsi: in tal senso segnalo numerose best practices portate avanti dal CNAPPC e da numerosi ordini provinciali.
In particolare, l’Ordine di Torino e alcuni suoi Focus Group, nonché la sua Fondazione, hanno consolidato nel tempo competenze in merito ad azioni di vigilanza e monitoraggio. Ne cito alcune:
– l’Osservatorio Concorsi, grazie al suo Focus Group Lavori Pubblici (spesso in sinergia con il Focus Concorsi e Qualità del Progetto), monitora e valuta i bandi di gara pubblicati in Italia e ne restituisce a tutti gli iscritti e le iscritte un report di analisi molto ricco;
– l’Ordine di Torino, in azione sinergica con la sua Fondazione, costruiscono occasioni e opportunità di lavoro – l’occupazione sottrae spazio all’illegalità – grazie al lancio di nuovi concorsi secondo requisiti di qualità, con un’attenzione particolare verso gli iscritti più giovani;
– la programmazione di concorsi grazie al servizio della Fondazione, come supporto a tutte le categorie di enti e soggetti banditori (pubblici e privati);
– la costruzione di tavoli di confronto tra professionisti e Pubbliche Amministrazioni attraverso le figure dei propri RUP;
– la sottoscrizione di un Protocollo “Anti usura”.
3) la centralità del ruolo sociale dell’architetto nei processi di accompagnamento dal basso – appello evidenziato dal Procuratore Cantone – : il presidio dei territori e il trasferimento della memoria dei territori alle generazioni future, sono tasselli della cura e della prevenzione precedentemente richiamati.
Anche in questo caso mi riferisco all’esperienza dell’Ordine di Torino e della sua Fondazione, ricordando i tour “di ascolto” nelle circoscrizioni e nei comuni della città metropolitana, “Architettiamo la città” 1 e 2 (la seconda edizione è stata ripensata insieme ai Focus Group in chiave COVID 19) e il Festival di architettura Bottom Up!, raccontato alla Biennale di Architettura di Venezia.
Le azioni strategiche di legalità passano attraverso l’accompagnamento trasparente, la sensibilizzazione su proposte di trasformazione dei territori dalla macro alla micro scala, gli approcci di ascolto dei territori e Bottom Up!. Gli architetti tentano così di tradurre i bisogni della collettività insieme alle committenze, alle comunità formali e informali, ai network, alle Pubbliche Amministrazioni, agli investitori e agli operatori economici e sociali, mediatori in azioni di co-progettazione con tutti gli stakeholders coinvolti;
4) la formazione e l’aggiornamento professionale: compito del CNAPPC e degli Ordini provinciali è quello di rafforzare le competenze di vigilanza, conoscenza normativa e delle tecniche di programmazione (come la figura del programmatore di concorsi), poiché la conoscenza e la definizione delle competenze è un’azione di contrasto al riciclaggio e alla corruzione e un supporto alla trasparenza dei processi amministrativi e decisionali.
Cristina Coscia
Presidente Ordine Architetti PPC Torino