Cari colleghi,
la scorsa settimana abbiamo presentato il nuovo festival di architettura di Torino che promuoveremo con la Fondazione dal 1° al 10 maggio. Si intitola Bottom Up! Quando la città si trasforma dal basso ed è curato da Stefano Mirti e Maurizio Cilli.
I curatori sono due architetti che abbiamo selezionato attraverso una call pubblica nel mese di luglio tra 68 proposte pervenute. Le ragioni della scelta? Il carattere altamente innovativo e sperimentale della loro idea, che ben rispecchiava la nostra volontà di cambiare l’approccio finora adottato. Questo non sarà infatti solo un festival di parole, in cui si racconterà come cambia la città, ma sarà un festival che proverà ad avviare delle trasformazioni concrete. Non solo un festival di architettura, ma un festival che genera architettura.
Un festival che attira risorse e investimenti sul territorio per concretizzare le azioni. Un festival che crea opportunità di lavoro.
Abbiamo deciso di lanciare il festival nella biblioteca civica Don Milani di Falchera, dove poco più di un anno fa abbiamo concluso il ciclo di incontri Architettiamo la città. Un’iniziativa con cui abbiamo voluto incontrare i cittadini per raccontare le trasformazioni del territorio, per ascoltare le necessità espresse dagli abitanti e far comprendere il ruolo dell’architetto. Con la conferenza stampa del festival, abbiamo fatto un passaggio di testimone e dato inizio a un progetto che coinvolgerà nuovamente i cittadini, portando avanti gli intenti di Architettiamo la città. Abbiamo voluto appositamente ripartire fuori dal centro storico, per sottolineare l’importanza della multi centralità.
Come si evince dal titolo, quello che proponiamo è un processo dal basso in cui i cittadini saranno attivi in prima persona sin da subito attraverso i loro desideri di trasformazione della città e la loro capacità di realizzarli; è un percorso sperimentale perché spinge all’estremo il concetto “dal basso”: non solo le idee e la costruzione del progetto nasceranno dalla comunità di riferimento, ma anche l’azione di comunicazione e la ricerca delle risorse saranno bottom up.
Si tratta del primo festival di architettura interamente bottom up in Italia.
C’è un ulteriore elemento che mi preme sottolineare: il festival sarà l’occasione per promuovere la figura dell’architetto. Come si legge dal bando, cui è possibile partecipare fino al 16 gennaio, ogni gruppo che proporrà un intervento dovrà avere al proprio interno un architetto. Una figura che avrà il compito all’interno della comunità di tradurre in termini progettuali le idee e i desideri, di guidare il processo e darne concretezza e fattibilità. Vi invito a partecipare con le vostre idee e i vostri desideri!
Le istituzioni del territorio hanno risposto sin da subito con grande entusiasmo. La Città di Torino in particolare ci sta affiancando in questo percorso, così come su molte altre questioni: nelle scorse settimane abbiamo incontrato infatti gli assessori Lapietra e Iaria per discutere in appuntamenti pubblici di temi di interesse degli architetti.
Prima di salutarvi, vi invito tutti il 12 dicembre al Museo dell’Automobile per trascorrere del tempo insieme e farci gli auguri. Parleremo della nuova sede, del cda di Fondazione e delle prospettive per l’anno 2020 e premieremo le Architetture Rivelate.
Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti Torino