Mercoledì 18 settembre il Consiglio della Fondazione per l’architettura / Torino ha dato le dimissioni. Una decisione anticipata nei giorni precedenti e ratificata in occasione dell’ultima seduta del Consiglio dell’Ordine.
Le motivazioni alla base di questa scelta nascono da una diversa visione del ruolo della Fondazione rispetto a quanto indicato dall’Ordine in occasione della verifica di metà mandato. Il socio fondatore infatti aveva chiesto al Consiglio di Fondazione di sviluppare nel corso dei restanti due anni di governo un approccio più imprenditoriale, volto ad incrementare le risorse economiche della Fondazione.
I consiglieri dimissionari non erano convinti della bontà del modello proposto che prevedeva di utilizzare la fondazione per fare business, fatturato e profitto e ritenevano di non essere le persone più adatte per perseguirlo. Da qui la decisione di rinunciare alla carica, senza scontri e polemiche, ma con l’obiettivo di alimentare un dibattito sul ruolo della cultura architettonica.
Il Consiglio dell’Ordine auspica che la Fondazione possa ampliare l’apertura al mercato, incrementando le sponsorizzazioni (che nel 2018 erano pari al 5%) e diversificando i servizi per attirare denaro da restituire in attività culturali per gli architetti e i cittadini. Con questa finalità nel mese di luglio è stata istituita una commissione interna finalizzata a immaginare un nuovo modello di Fondazione col desiderio che in un futuro prossimo l’ente possa autosostenersi e in questi giorni il Consiglio dell’Ordine sta vagliando nuove figure da inserire nel Consiglio di Fondazione che rispondano a profili più manageriali.
Non appena sarà definita la composizione del nuovo Consiglio, ne verrà data comunicazione sui principali canali di comunicazione.
Nel frattempo, il Consiglio dell’Ordine desidera ringraziare i componenti del Consiglio di Fondazione per l’impegno profuso con serietà a favore della Fondazione; inoltre, si anticipa che, una volta terminata la riorganizzazione dell’ente, sarà organizzato un confronto con i membri del Consiglio dimissionario per approfondire in modo costruttivo le questioni sollevate.