Come dovrebbe essere l’Ordine del futuro? Quali funzioni dovrebbe assolvere? Due brevi quanto complesse domande sulle quali l’Ordine degli Architetti di Torino e Il Giornale dell’Architettura hanno voluto ragionare, un’esigenza avvertita per le imminenti elezioni per il rinnovo dei Consigli di tutta Italia e per l’avvicinarsi del centenario della nascita di queste istituzioni, oggi più che mai intente ad affrontare un presente di profonde trasformazioni.
I due quesiti sono stati sottoposti ai presidenti degli Ordini e ai grandi nomi italiani dell’architettura, di diverse età e attivi nel nostro Paese o all’estero. Le loro risposte, raccolte sull’ultimo numero della newsletter de Il Giornale dell’Architettura, hanno dato vita a un caleidoscopio di idee e visioni, tra convinzioni già affermate e opinioni meno scontate.
Quello che emerge è la necessità di adempiere a nuove funzioni in risposta all’evolversi della figura dell’architetto, iniziando dall’eterogeneità dell’offerta formativa; l’Ordine del futuro dovrà confermare il suo ruolo di punto di riferimento per i professionisti, garantendone la tutela e incrementando le opportunità professionali (Massimo Giuntoli). Ed è proprio la tutela degli iscritti il filo rosso che lega molti dei commenti, un obiettivo da perseguire investendo sulla promozione dei concorsi di architettura (Renzo Piano) rivolti anche agli architetti più giovani (Mirko Franzoso), impugnando la qualità del progetto (Alberto Winterle) o proponendo un profondo rinnovamento normativo (Luigi Prestinenza Puglisi). C’è chi suggerisce di estendere i propri orizzonti prendendo spunto dagli esempi virtuosi che arrivano dall’estero (Maria Alessandra Segantini) e chi infine accusa gli Ordini di essere istituzioni oramai superate (Massimiliano Fuksas).
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Si tratta della seconda uscita di Vita da architetto, la rubrica nata a marzo di quest’anno grazie alla collaborazione tra l’Ordine degli Architetti di Torino e Il Giornale dell’Architettura con l’obiettivo di stimolare un dibattito sui temi che riguardano da vicino la professione.
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